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Matriarcato – è questa la soluzione per un cambiamento reale nelle nostre società?

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matriarcato e cambiamento delle società

Oggi vorrei proporre una riflessione aperta (e provocatoria) al vostro dibattito: e se fosse il principio femminile – inteso non come dominio, ma come energia d’accoglienza, apertura, dono – a guidarci verso una nuova visione di società? In fondo: 1) la necessità di un cambiamento culturale; 2) il bisogno di rivedere la politica dei paesi occidentali; 3) il riconoscere i valori della vita (umana, vegetale, animale); e 4) l’ipotesi che il principio femminile – incarnabile in un modello “matriarcale” – possa essere la chiave. Con uno stile elegante, inclusivo e pacifico, senza polemiche, ma con tanta apertura al dialogo.


1) La necessità di un cambiamento culturale


Viviamo in un’epoca in cui molte “strutture” – culturali, sociali, economiche – mostrano limiti evidenti: individualismo, competizione estrema, disconnessione dalla natura, dalla comunità, dalla nostra stessa umanità.

Gli studi antropologici e sociologici ci dicono che – in società con più equilibrio di genere, con orientamenti più inclusivi – le persone stanno meglio fisicamente e psicologicamente: ad esempio nella comunità Mosuo in Cina, le donne nelle strutture matrilineari avevano livelli molto più bassi di infiammazione e ipertensione rispetto a quelle in contesti patriarcali.


Questo suggerisce che la cultura conta, e molto: se cambiano i rapporti di potere, le relazioni, il modello stesso di comunità, cambia anche il benessere delle persone.


Ciò significa che cambiare cultura non è un vezzo: è un’urgenza. Per riscoprire il valore della cooperazione, della cura, della comunità, del sentire “noi” invece che “me”. In questo senso, il principio femminile – l’accoglienza, la cura, la relazione – può davvero diventare un faro.


2) Cambiare la politica dei paesi occidentali


La politica contemporanea – almeno nei paesi occidentali – è spesso dominata da modelli di potere verticali, competizione, esclusione. Se vogliamo uscire da logiche “avere” (possedere, dominare, escludere) per entrare in logiche “essere” (relazione, comunità, servizio), serve una politica che rifletta valori differenti.

Il modello “matriarcale” qui inteso non come inversione crudele del patriarcato, ma come modello altro: dove la leadership non è sopra-ma accanto, dove il potere è servire, dove la comunità è al centro e non l’interesse individuale.


Alcune società studiate suggeriscono che laddove le donne hanno maggiore autonomia e accesso alle risorse, migliora la salute, la stabilità sociale, la partecipazione democratica.

È un invito a riflettere: come sarebbe la nostra politica se fosse più “femminile” nel senso di inclusiva, comunitaria, sostenibile?


3) Riconoscere i valori della vita umana, vegetale, animale


Una rivoluzione culturale non può ignorare che siamo parte di un ecosistema, che la vita umana è radicata nella vita vegetale, animale, nella Terra. Se accettiamo un modello in cui l’essere umano non è padrone ma custode, allora cambiano le priorità.

Un approccio matriarcale (nel senso che ho descritto) pone l’essere al centro: il riconoscere il valore intrinseco di ogni forma di vita, il donare valore anziché estrarre valore, la relazione anziché l’uso.


Questo significa che anche il cambiamento politico deve includere il vivere in armonia con la natura, l’animale, il vegetale. Non più risorse da sfruttare, ma relazioni da coltivare.


4) Matriarcato come soluzione perché l’energia femminile è accoglienza, apertura, dono


E veniamo al cuore della riflessione: se il patriarcato (in quanto modello storico dominante) ha generato, paradossalmente, molti squilibri (competizione, gerarchia, spreco, esclusione), potremmo chiedere: cosa succederebbe se invertissimo la logica alla radice? Non semplicemente “mettere le donne al comando”, ma ridefinire il comando, la leadership, il potere.


Le ricerche indicano che le società che si avvicinano a modelli più “materni” o più equilibrati mostrano segni di benessere, equità, sostenibilità.

In questo senso, il matriarcato – inteso come modalità culturale che valorizza l’accoglienza, la cooperazione, la cura – non è una “dominazione femminile”, ma una trasformazione del paradigma del potere. Un potere che dà, che co-crea, che cura. Un potere che riporta l’attenzione dall’avere all’essere, dal singolo alla collettività.

Questa non è una fantasia idealistica: è un invito concreto a ripensare ruoli, strutture, priorità. Un modello in cui la vita umana, vegetale, animale sono integrate in una trama comune.


Allora: è il matriarcato la soluzione unica? Forse non possiamo dire “unica”, ma lo considererei come una delle soluzioni più potenti — perché ci chiede un cambio di paradigma profondo.

Propongo che oggi iniziamo un dibattito aperto:


Come potremmo applicare nella nostra società occidentale valori “matriarcali” senza cadere nella polarizzazione?


Come ridefinire leadership, potere, risorse e comunità in un mondo che cambia così rapidamente?



Ecco i principali riferimenti su cui è basato l’articolo — accuratamente selezionati da studi, riviste accademiche e pubblicazioni autorevoli che trattano il tema del matriarcato contemporaneo e dei suoi effetti culturali e sociali:


Big Think – “How matriarchal societies promote health and longevity”

➤ Analisi di studi sulla comunità Mosuo in Cina, dove le società matrilineari mostrano indicatori di salute e benessere più elevati.


University of New Mexico – Newsroom – “UNM study highlights importance of female roles in matrilineal families”

➤ Studio che mostra come il potere decisionale femminile in famiglie matrilineari migliori la stabilità sociale e il benessere collettivo.


Feminism and Religion – Heide Goettner-Abendroth, “Matriarchies are not just a reversal of patriarchies – a structural analysis”

➤ Una delle massime studiose del matriarcato contemporaneo; distingue chiaramente tra “dominazione femminile” e “struttura matriarcale” come modello basato su equità, cooperazione e relazionalità.


Carol Gilligan – “In a Different Voice” (Harvard University Press, 1982)

➤ Testo classico sulla differenza tra l’etica della cura (femminile) e quella della giustizia (maschile), fondamentale per comprendere la dimensione relazionale del potere femminile.


Riane Eisler – “The Chalice and the Blade” (Harper & Row, 1987)

➤ Studio storico e antropologico sulle civiltà cooperative pre-patriarcali e sull’ipotesi di un ritorno al paradigma del partenariato come via per un futuro più equo.


👉 Ti invito a commentare: quali aspetti del modello matriarcale (accoglienza, cooperazione, dono) ti sembrano più urgenti da portare nella nostra società?


👉 Condividi questo post e tagga qualcuno (amico/a, collega, leader locale) che vuoi coinvolgere in questo dialogo: più voci, più prospettive, più cambiamento.


Aspetto le vostre riflessioni — e grazie per contribuire a una rivoluzione culturale pacifica, collettiva, autentica.


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